Le collezioni archeologiche custodite al MUSE sono costituite da materiali litici (selce), ceramici, manufatti in osso e corno, decorativo-ornamentali, oggetti d’arte in pietra, legno, fibre vegetali, oggetti metallici, ossa animali (resti di pasto) e resti antropologici. Il laboratorio di preistoria gestisce circa 200 collezioni, che comprendono reperti provenienti da siti paleolitici, mesolitici, neolitici, dell’età del Rame, età del Bronzo, età del Ferro, fino alle soglie della romanizzazione.
Cronologia: Paleolitico superiore e Mesolitico
Località: Sega di Ala, Ala (TN)
Altitudine: 1.240 m s.l.m.
Anno di scoperta: 2014
Natura dei reperti: industria litica e in materia dura animale, fauna, materia vegetale (carboni, semi)
Consistenza: circa 1000 reperti.
Le ricerche presso il Riparo Cornafessa rientrano in un progetto pluriennale di ricerca e valorizzazione, ancora in corso, condotto dal MUSE in collaborazione con il Comune di Ala e l’Università di Trento. Le indagini hanno rivelato la presenza di un livello antropico attribuibile all’Epigravettiano recente ed uno più effimero risalente alla fine del Mesolitico. Le informazioni fornite dallo studio dei reperti litici e faunistici qualificano questo sito quale accampamento stagionale di caccia, focalizzato allo sfruttamento dell’orso bruno.
Cronologia: Mesolitico, Neolitico, età del Rame, età del Bronzo, età del Ferro, età Romana, Alto Medioevo
Località: Monte Terlago, Comune di Terlago (TN)
Altitudine: 900 m s.l.m.
Anno di scoperta: 2008
Natura dei reperti: industria litica e in materia dura animale, ceramica, fauna, materia vegetale (carboni, semi), vetro/ambra, metalli
Consistenza: circa 2.000 reperti
La sequenza stratigrafica di quasi 3 metri ha permesso di riconoscere una continuità di frequentazione lunga migliaia di anni. Il sito è importante in quanto, con gli sviluppi delle ricerche in corso, potrà fornire un contributo alla conoscenza delle problematiche inerenti l’attività fusoria nell’età del Bronzo e Ferro del Trentino centro-occidentale, mentre le frequentazioni mesolitiche recenti, aprono nuove prospettive di indagine e conoscenza sugli ultimi cacciatori-raccoglitori della regione.
Cronologia: Paleolitico superiore
Località: Piana della Marcésina, comune di Grigno (TN)
Altitudine: 1.240m s.l.m.
Anno di scoperta: 1990
Natura dei reperti: industria litica e in materia dura animale, ceramica, fauna,, materia vegetale (carboni, semi), oggetti d’arte.
Consistenza: circa 46.000 reperti
Riparo Dalmeri è uno dei principali siti paleolitici dell’Italia settentrionale. Tale importanza è legata alla ricchezza di resti archeologici e alle eccezionali testimonianze riguardanti il comportamento rituale degli ultimi cacciatori paleolitici delle Alpi. Il riparo, frequentato ripetutamente tra 13 e 12 mila anni fa da cacciatori organizzati in gruppi familiari, ha restituito ben 267 pietre dipinte con ocra rossa che rappresentano figure antropomorfe, zoomorfe, fitomorfe, schematiche, ma anche impronte di mani.
Cronologia: Paleolitico superiore, Mesolitico, epoca storica
Località: Altopiano di Folgaria, comune di Carbonare (TN)
Altitudine: 1.070 m s.l.m.
Anno di scoperta: 1999
Natura dei reperti: industria litica e in materia dura animale, fauna, ceramica, materia vegetale (carboni, semi)
Consistenza: circa 12.000 reperti.
Il riparo sottoroccia è situato sulla testata della Val d'Astico, presso l’abitato di Carbonare di Folgaria. Gli scavi hanno messo in luce un’interessante serie stratigrafica che copre un intervallo cronologico che va dalla fine del Paleolitico superiore al Mesolitico antico. L’importanza che riveste il sito è data dalla possibilità di studiare una sequenza di livelli preistorici di transizione utili alla comprensione dell’evoluzione dei comportamenti economici e delle manifestazioni culturali degli ultimi cacciatori-raccoglitori.
Cronologia: Paleolitico superiore
Località: Altopiano di Folgaria, comune di Folgaria (TN)
Altitudine: 1.260 m s.l.m.
Anno di scoperta: 2004
Natura dei reperti: industria litica, fauna
Consistenza: circa 4.000 reperti.
Il sito di Palù Echen è situato lungo la sponda dell’attuale torbiera di Folgaria. Le tracce della frequentazione di 12.000 anni fa sono costituite dai resti di un focolare e da alcune centinaia di manufatti in selce, destinati alla fabbricazione di armature di frecce. Questo sito sembra raccontarci di un unico episodio di frequentazione umana, durante il quale sono stati fabbricati o ripristinati alcuni manufatti destinati ad essere utilizzati in un’imminente battuta di caccia.
Cronologia: Mesolitico antico
Località: Zambana, Comune Terre d’Adige (TN)
Altitudine: 230 m s.l.m.
Anno di scoperta: 1968
Natura dei reperti: industria litica e in materia dura animale, fauna, materia vegetale (carboni, semi), sepolture
Consistenza: circa 3.000 reperti
Il sito venne alla luce nel 1968 nei pressi del vecchio abitato di Zambana. La scoperta si deve ad alcuni appassionati di studi preistorici che notarono, sulla sommità di una cava sbancata, una notevole quantità di frammenti di selce scheggiata. Successivi scavi sistematici portarono all’eccezionale scoperta di una sepoltura umana che risaliva a circa 8.000 anni fa. Il corpo, delimitato da una corona di pietre, non presentava alcun corredo, eccetto qualche frammento di ocra sotto il cranio, sembra a scopo rituale, una conchiglia marina e un dente di cervo, entrambi forati.
Cronologia: Mesolitico, Neolitico, età del Rame, età del Bronzo
Località: Piazzina di Martignano, Comune di Trento (TN)
Altitudine: 281 m s.l.m.
Anno di scoperta: 1970
Natura dei reperti: industria litica e in materia dura animale, ceramica, fauna, materia vegetale (carboni, semi), ocra, metalli, oggetti d’arte
Consistenza: circa 82.000 reperti
Il riparo Gaban è stato frequentato in modo pressoché continuativo per circa 8 mila anni, dal Mesolitico all’età del Bronzo. Dalle cronologie meso-neolitiche provengono eccezionali ritrovamenti che evidenziano aspetti artistici e spirituali delle antiche popolazioni alpine della conca di Trento. D'inestimabile valore sono le due “veneri”, statuette femminili con dettagli anatomici dei seni e del ventre ben definiti, legate a un culto rivolto al mistero della fertilità e della procreazione.
Cronologia: Mesolitico
Località: Ischia Podetti, Comune di Trento (TN)
Altitudine: 194 m s.l.m.
Anno di scoperta: 1975
Natura dei reperti: industria litica e in materia dura animale, ceramica, fauna, materia vegetale (carboni, semi), ocra
Consistenza: circa 5.000 reperti
Riparo Pradestel, sito pluristratificato di fondovalle, fu oggetto di scavo negli anni ’70 dal Museo Tridentino di Scienze Naturali e dall’Università di Ferrara. Il riparo comprende un’importante sequenza fortemente antropizzata e ha restituito reperti particolari come un pendaglio in pietra, conchiglie marine forate, ciottoli con tracce di ocra e cortici graffiti. Riparo Pradestel è uno dei siti che testimonia le modalità insediative degli ultimi cacciatori-raccoglitori nel territorio della conca di Trento.
Cronologia: Mesolitico, Neolitico, età del Bronzo, età del Ferro
Località: Romagnano, Comune di Trento (TN)
Altitudine: 210 m s.l.m.
Anno di scoperta: 1968
Natura dei reperti: industria litica e in materia dura animale, ceramica, fauna,, materia vegetale (carboni, semi), ocra, metalli, sepolture
Consistenza: circa 22.000 reperti
Sito pluristratificato di fondovalle, Romagnano Loc ha fornito una sequenza Mesolitica fra le più complete d’Europa, che ha permesso di definire l’evoluzione tecno-tipologica di scheggiatura della selce in questo periodo. Particolarmente significative sono anche le testimonianze funerarie dell’antica età del Bronzo costituite, tra le altre, da sette sepolture di neonati deposti in vaso secondo un rituale esclusivo della valle dell'Adige e riconducibile ad influenze culturali identificabili nelle isole greche dello Ionio e dal Peloponneso.
Cronologia: età del Rame, età del Bronzo, età del Ferro
Località: Serso, Comune di Pergine Valsugana (TN)
Altitudine: 545 m s.l.m.
Anno di scoperta: 1895
Natura dei reperti: industria litica e in materia dura animale, ceramica, fauna,, vetro/ambra, metalli
Consistenza: circa 5.000 reperti
Gli scavi, condotti tra il 1962 e il 1968 sul pianoro di Montesei dal maestro Perini, portarono alla luce numerose testimonianze dei primi abitanti dell’età del Rame, costituite da reperti come lesine in rame e asce. Sono stati rinvenuti anche i resti di abitazioni a pianta quadrangolare e disposte a scacchiera, appartenute a popolazioni retiche. Tra di esse sono stati trovati diversi oggetti di vario uso: utensili in ferro, ornamenti in bronzo e numerosissimi frammenti di vasellame. Di notevole importanza sono i palchi di cervo con iscrizioni in alfabeto retico.
Cronologia: Età del Bronzo antica e media
Località: Molina di Ledro, Comune di Ledro (TN)
Altitudine: 660 m s.l.m.
Anno di scoperta: 1929
Natura dei reperti: industria litica e in materia dura animale, ceramica, fauna, materia vegetale (carboni, semi), vetro/ambra, metalli, tessuti
Consistenza: >> 30.000 reperti
Si tratta di una delle più grandi stazioni palafitticole mai conosciute in Italia e in Europa, interessata da numerosi scavi a partire dal lontano 1929. Qui gli archeologi trovarono, oltre a decine di migliaia di frammenti di ceramica e fauna, reperti di inestimabile valore tra cui diademi, pugnali, frammenti di tessuti, ma anche resti di canoe monossili. Nel 2012, insieme ad altri abitati preistorici palafitticoli dell’arco alpino, il sito di Ledro è entrato a far parte del circuito UNESCO come patrimonio mondiale dell’umanità.
La collezione archeozoologica di confronto
Tra le diverse categorie di materiali che costituiscono le collezioni archeologiche del MUSE, i reperti osteologici di origine animale sono tra quelli più significativi per la ricostruzione paleoecologica, paleoambientale e paleoeconomica. Per poter affrontare questi studi specialistici il MUSE, nel corso degli ultimi anni, si è adoperato a costituire una collezione osteologica di confronto, costituita sia da scheletri di animali selvatici tipici di ambienti alpini sia di animali domestici.
Oggetti d’arte
I ritrovamenti di sostanze coloranti, di oggetti ornamentali, di opere d’arte, ecc., vengono interpretati come manifestazioni concrete della spiritualità delle antiche popolazioni preistoriche. Fanno parte delle collezioni MUSE reperti incisi e dipinti; oggetti ornamentali in osso e palco; schegge di selce col cortice inciso da motivi geometrico-lineari; figure di animali incisi su osso e pietre; pietre dipinte in ocra rossa con raffigurazioni schematiche, zoomorfe e antropomorfe; conchiglie marine utilizzate per scopi ornamentali.
Antropologia
Tra le diverse forme di ritualità le sepolture sono sicuramente le espressioni più significative del complesso comportamento umano. Una delle caratteristiche più significative della preistoria consiste nella comparsa di sepolture intenzionali. Le collezioni antropologiche del museo contano un totale di 106 individui che appartengono ai periodi che vanno dal Mesolitico fino all’età medioevale.