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Teatro Antropocene

L’Antropocene raccontato attraverso il teatro

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Il museo si trasforma in un palcoscenico e accoglie tre rappresentazioni teatrali che raccontano la contemporaneità da una prospettiva inedita, intrecciando letture, performance e installazioni.

Rassegna a cura di MUSE con la direzione artistica di Andrea Brunello, Arditodesìo.

Scopri gli eventi

Programma

🗓 24 settembre 2024
Frankenstein | reading session

Il romanzo di Shelley diventa materiale da esaminare, sezionare, ricucire, corpo disponibile per esperimenti diversi: uno spettacolo teatrale, una reading-session, un’installazione e infine un libro generano parti della stessa operazione che avanza orizzontalmente nella storia per indagarne le sue molteplici ramificazioni.

Produzione OHT – Office for Human Theatre
Tratto dal romanzo di Mary W. Shelley
con Filippo Andreatta

🗓 25 settembre 2024
TERRAMADRE

Esiste un patto tra noi e la natura?
È ancora un nostro interlocutore?
Riusciamo ad osservarla?
La natura ha memoria?
Noi siamo città o natura?
Un viaggio lungo un anno per ridefinire il nostro rapporto con la natura.

Di e con Laura Nardinocchi e Niccolò Matcovich
Organizzazione Silvia Zicaro
Scena Bruno Soriato e Giuseppe Frisino
Sound design Dario Costa
Illustrazione Virginia Taroni
Foto Simone Galli
Produzione Florian Metateatro
Con il supporto di Sementerie Artistiche, Ass. Ippocampo, Ferrara OFF, Laagam-ORA | IntercettAzioni Centro di Residenza della Lombardia, Teatri di Vita, Elsinor / Teatro Cantiere Florida, TRAC – Centro di Residenza Pugliese, Theatron 2.0
Progetto vincitore Bando CURA 2023, Life is Live – un
Progetto di Smart e Fondazione Cariplo, Bando
Verdecoprente 2022, Bando OFFline 2023
Progetto finalista Premio Cantiere Risonanze 2022

🗓 26 settembre 2024
La notte è il mio giorno preferito

L’animale e il vegetale, l’organico e l’inorganico si fondono nello spazio oscuro della foresta notturna; frane e richiami irrompono spezzandone la quiete. Segnali e strumenti percettivi misteriori, ispirati a diverse specie, ne costituiscono il tessuto connettivo. Una foresta né vergine né idealizzata, ma tecnonaturale, che include e trasforma i segni lasciati dai propri abitanti.
Il titolo, tratto dall’omonima lettera di Emily Dickinson, identifica il buio come spazio della presenza assentata dell’animale, come luogo dell’intuizione e dell’incontro con l’Altro.

Produzione OrienteOccidente
Di e con Annamaria Ajmone
Lo spettacolo è immaginato e realizzato in collaborazione con Natália Trejbalová (artista visiva), Stella Succi (ricercatrice), Giulia Pastore (light designer), Jules Goldsmith (costumista), Flora Yin-Wong (sound artist).

Direzione artistica e scientifica

In collaborazione con