Squadre cinofile antiveleno
Nasi speciali per far fronte a una delle più grandi minacce alla conservazione
Nasi speciali per far fronte a una delle più grandi minacce alla conservazione
30 maggio 2024
Argo, Iori, Nix, Mirtilla, Sax e Sole. Sono solo alcuni dei preziosissimi cani che pattugliano le Alpi dando prova delle loro capacità, nell’ambito delle squadre antiveleno. Sono loro che, insieme a conduttrici e conduttori guardia parco, carabiniere/i forestali, cittadine/i appassionati e molti altri, intervengono in caso di segnalazioni di sospetto avvelenamento o presenza di bocconi avvelenati sul territorio.
L’uso del veleno è una delle pratiche illegali più subdole e tristemente diffuse per eliminare animali la cui accettazione risulta difficile ed estremamente complessa. Parliamo ad esempio di lupi e di orsi, ma il veleno non è selettivo e non fa distinzioni mettendo a molte altre specie selvatiche nonché i nostri animali domestici (cani e gatti) o alle stesse persone che vi si imbattono. Quelli utilizzati sono spesso di veleni di uso comune, facilmente reperibili perché usati come topicidi o in agricoltura e sono tutte sostanze che causano morti dolorose e lente alle specie che le assumono.
Qualsiasi razza canina può essere formata, qualsiasi naso peloso può essere quindi allenato a questo compito. Il processo è lungo e complesso, ma gli ingredienti sono semplici: gioco e divertimento per il cane, pazienza e costanza per chi conduce. Un legame speciale quello che si crea, profondo e unico che va costruito giorno dopo giorno, con costanza affinché si possa creare una squadra infallibile. I cani, con diversi stratagemmi, imparano a riconoscere l’esca, a non toccarla e a non mangiarla, acquisendo un meccanismo di automatismo mentale per arrivare al ritrovamento senza subire alcun danno. Ogni cane ha il suo modo di segnalare il ritrovamento: c’è chi si siede composto, chi abbaia e chi si “freezza” rimanendo immobile a distanza di sicurezza fino al segnale di conduttrici/conduttori. Basta un fischio, un click, un battito di mani e il cane sa che può tornare dalla sua compagna o compagno umano per ricevere una carezza o un goloso premio.
Domenica 19 maggio 2024, in occasione del Life WolfAlps EU Final Event, il MUSE ha ospitato le dimostrazioni delle unità cinofile antiveleno che operano in ambiente alpino.
È infatti proprio grazie al precedente progetto WolfAlps (2013 – 2018), progetto europeo che mira allo sviluppo di una coesistenza tra umani e lupi, che sono nate le prime squadre antiveleno delle Alpi; la strada intrapresa è stata portata avanti anche da da Life WolfAlps EU con l’istituzione di nuove squadre e un sempre miglior coordinamento tra le realtà coinvolte, per riuscire a coprire un’area sempre più ampia e avere un sempre miglior controllo del bracconaggio su scala alpina.
Non è facile identificare i colpevoli dei tentativi di avvelenamento della fauna selvatica, ma la speranza è che la presenza delle squadre antiveleno sul territorio possa scoraggiarli dal portare avanti questa pratica, incivile e illegale.
Elisabetta FilosiUfficio Programmi per il Pubblico |