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Quando sono nati i fumetti?

La storia delle pietre dipinte di Riparo Dalmeri conquista il Lucca Comics&Games

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11 novembre 2024

L’arte è per noi una preziosa fonte di informazioni su mondi non più esistenti e sulle culture umane preistoriche.

Le immagini dipinte e incise nelle grotte, sotto riparo, su blocchi di roccia e su frammenti d’osso, spesso rivelano storie preziose per conoscere più a fondo le abitudini di chi ha vissuto prima di noi.

In occasione del Lucca Comics & Games 2024, la più importante rassegna europea di fumetti, giochi e serie, il MUSE è stato invitato da Comics & Science e dall’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria a partecipare alla sessione “Palaeolithic cARToons: storie per immagini dal Paleolitico”, dedicata proprio all’arte paleolitica.

Ce ne parla Dario Sigari, ricercatore dell’Ufficio Ricerca e Collezioni MUSE, che dialogando con il fumettista Davide La Rosa e l’artista Gabriele Peddes ha svelato i segreti delle pietre dipinte di Riparo Dalmeri (Grigno, TN).

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Pietra dipinta di Riparo Dalmeri

Pietra dipinta di Riparo Dalmeri

Pietra dipinta di Riparo Dalmeri

Il fumettista Davide La Rosa, nei suoi incontri pubblici, racconta che le incisioni e pitture preistoriche, quelle della Valcamonica su tutte, con le centinaia di figure di duellanti, possono essere considerate le primissime forme di fumetto.

Qualcosa di vero c’è in questa affermazione, ovvero che queste figure, realizzate da gruppi umani senza scrittura e che hanno vissuto in tempi molto lontani, celano storie. Quello che risulta errato, non me ne voglia il buon Davide, è l’eventuale cronologia, ovvero a quando risalgono le più antiche evidenze di arte preistorica.

Una data assoluta non c’è, ma di certo se guardiamo a quanto successo in Europa possiamo andare indietro ad almeno 40.000 anni fa, senza scomodare i Neanderthal spagnoli con le loro impronte di mano in rosso, i rettangoli e le serie di punti dipinti, ritrovati rispettivamente nelle grotte di Maltravieso, Pasiega e Ardales.

Risalendo da tempi così lontani a momenti a noi più vicini (in realtà parliamo sempre di un periodo lungo almeno 30.000 anni!), abbiamo modo di scoprire come e quanto le nostre antenate e i nostri antenati abbiano interagito e trasformato i territori e quindi i paesaggi, decorando grotte e ripari con figure animali, umane, impronte di mano e vari segni a noi misteriosi

Custode di un eccezionale patrimonio artistico preistorico, quello delle pietre dipinte e dei cortici graffiti di Riparo Dalmeri (Comune di Grigno, TN), il MUSE nell’ultimo anno ha intrapreso la revisione di questa importantissima collezione, grazie a un progetto finanziato dalla Fondazione Caritro.

Sono 240 le pietre dipinte in ocra rossa con diversi motivi animali e segni geometrici provenienti da Riparo Dalmeri, di cui alcune visibili negli spazi espositivi del MUSE.

I reperti, scoperti durante 20 anni di campagne di scavo, raccontano di frequentazioni costanti e stagionali e dello svolgimento di attività assai peculiari in questo sito. A suggerirlo è la presenza di almeno tre fosse riempite con crani di stambecco e 13 pietre raffiguranti questo animale, molte delle quali ritrovate con la faccia dipinta verso il basso.

Che questo fosse dunque legato alla necessità di riequilibrare il rapporto tra esseri umani e natura? Ovvero, dopo aver ucciso l’animale se ne augurava la rinascita? È una possibile chiave di lettura incredibile quella che Riparo Dalmeri ci offre per quella che chiamiamo “arte mobiliare”, ossia opere d’arte realizzate su oggetti mobili, come sculture, intagli o dipinti su materiali portatili, nonostante possiamo immaginare sia applicabile anche a contesti di “arte parietale”.

Partire da Dalmeri per esplorare l’arte del Paleolitico è stato, dunque, il principio dell’incontro tenutosi al Comic& Science di Lucca. Un’occasione unica per far conoscere Riparo Dalmeri, immaginandolo in un contesto molto più ampio- accanto ad altri grandi siti di arte paleolitica e, soprattutto, ritrovandone l’attualità grazie al confronto con le moderne forme d’arte, a cominciare ovviamente dal fumetto.

Perché sì, in fondo l’arte paleolitica è un racconto per immagini. È il primo fumetto dell’Umanità.

Articolo di

Dario Sigari
Ufficio Ricerca e Collezioni museali

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