Fluorescenza degli Aracnidi
Un fenomeno affascinante, ancora senza risposte
Un fenomeno affascinante, ancora senza risposte
29 gennaio 2025
Una delle osservazioni più particolari e sorprendenti, che attira appassionate e appassionati di scienza e natura da sempre, è quella della fluorescenza di alcuni Aracnidi (Ordine comprendente ragni, opilioni e scorpioni) come risposta ad una stimolazione con luce ultravioletta.
Questo fenomeno è stato ben approfondito per quanto riguarda gli scorpioni, dato che si verifica in quasi tutte le specie, a esclusione di quelle che vivono in grotta. Alcune specie di scorpioni possono essere spesso ritrovate in casa e, specialmente in estate, riceviamo numerose segnalazioni nel gruppo Facebook Citizen Science MUSE, quindi se volete approfondire l’argomento potrete riuscire a vedere in prima persona questa loro caratteristica incredibile.
Ivan Petri, uno degli esperti che operano sul Gruppo Facebook Citizen Science MUSE, ci “illumina” su questa peculiarità, di cui non si è ancora compreso a fondo quale sia la funzione…
La bioluminescenza è un fenomeno che si verifica quando un organismo emette luce grazie a reazioni chimiche che producono energia luminosa. In tal senso, le lucciole (famiglia Lampyridae), e i pesci abissali (ad esempio il pesce lanterna della famiglia Myctophidae) sono organismi bioluminescenti, in quanto in grado di produrre energia luminosa autonomamente. La fluorescenza invece si verifica quando un organismo assorbe l’ultravioletto e riemette le radiazioni elettromagnetiche ricevute nello spettro del visibile. Gli scorpioni, fanno parte di quest’ultimo gruppo, infatti non sono in grado di produrre energia luminosa autonomamente: se vengono illuminati con una luce di lunghezza d’onda compresa tra i 360 e i 495 nm (ultravioletta), emettono una luce di colore blu/verde.
Continua…
Questa caratteristica trae origine dal loro esoscheletro, la cuticola che li riveste è composta da diverse proteine contenenti sostanze che sono responsabili di questo fenomeno: beta-carbolina e 7-idrossi-4-metilcumarina. Quando uno scorpione cresce e cambia l’esoscheletro (processo chiamato ecdisi o muta) le proteine della cuticola non sono ancora indurite e il fenomeno della fluorescenza non avviene… Il vecchio esoscheletro invece, continuerà a mantenere questa caratteristica anche per molto tempo.
Nel corpo degli scorpioni ci sono anche zone dove non si verifica fluorescenza, come il pungiglione, gli occhi, e alcune strutture come spine o creste. All’interno di queste aree, infatti, non sono presenti le sostanze che causano questo fenomeno, dato che vengono sostituite da altre, come ad esempio il ferro e nichel per il pungiglione che garantisce più resistenza durante l’inoculazione del veleno.
Anche se la fluorescenza degli scorpioni è un fenomeno altamente noto, resta comunque non chiara la sua funzione evolutiva. Gli studi più recenti ipotizzano che potrebbe essere legata alla percezione dell’animale di determinate lunghezze d’onda, utilizzate per aspetti comportamentali (attività circadiana, territorialità, attrazione delle prede o come sensore per i predatori per capire quando sono vulnerabili all’esterno del loro riparo). Secondo altri studi potrebbe trattarsi di carattere relitto (vestigiale), che nei loro antenati acquatici aveva una qualche funzione ormai persa nelle specie di scorpioni odierne, che l’hanno mantenuta perché non rappresentante uno svantaggio dal punto di vista evolutivo.
La fluorescenza si verifica anche in molti altri organismi, dai rettili agli anfibi, ai pesci, cnidari (meduse e coralli), e crostacei. Anche in molte altre classi di aracnidi può essere presente questo fenomeno, avvenendo infatti negli ordini degli Araneae, Opiliones, Solifugae e Uropygi. Si verifica però solamente in alcune specie, quindi è un argomento che richiede ancora approfondimenti, dato che non sono state studiate nel dettaglio quali sostanze presenti nella cuticola delle specie fluorescenti sono le responsabili di questo fenomeno.
Se siete interessate/i a questo fenomeno, potete facilmente vederlo durante una notte estiva. La strumentazione necessaria è una torcia UV (a 365 nm) e un muretto a secco in una zona esterna ai centri abitati dove, con buona probabilità, avrete modo di scorgere esemplari di Euscorpius sp., appostati in qualche fessura del muro, in attesa di ghermire inconsapevoli prede.
Articolo di
Ivan PetriNaturalista Aracnologo, MUSE
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