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In punta di piedi

Come comportarsi quando siamo nel bosco

Passeggiata lungo i sentieri del Monte Bondone

19 luglio 2024

“Scusate il disturbo!” Probabilmente è questo quello che dovremmo pensare quando ci inoltriamo in un bosco, attraversiamo una prateria o camminiamo su un panoramico crinale in alta quota. La nostra presenza, così come gli odori e i suoni che emettiamo, possono creare un vero e proprio disturbo e quindi modificare il comportamento degli animali selvatici e influire negativamente sul loro metabolismo e la loro sopravvivenza (per approfondire, qui un articolo su una ricerca scientifica del MUSE del 2023 nella quale si analizzano gli effetti sugli animali di una frequentazione umana assidua dei loro habitat).

Le attività ricreative all’aria aperta stanno aumentando in maniera esponenziale e il turismo è ormai una vera e propria industria che smuove capitali da trilioni di dollari e miliardi di euro ogni anno. Sono circa otto miliardi le persone che annualmente visitano le aree protette del nostro pianeta e con numeri di questa portata è fondamentale prendere consapevolezza e conoscenza degli ambienti naturali che amiamo frequentare e della fauna che li popola.

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Le specie maggiormente sensibili sono principalmente i grandi erbivori come il cervo, il camoscio, il capriolo e lo stambecco. Non sono immuni gli uccelli, soprattutto i tetraonidi come il gallo cedrone, il gallo forcello e la pernice bianca. Tra i piccoli mammiferi la lepre variabile, già messa a dura prova dai cambiamenti climatici, è quella più soggetta al disturbo antropico.

La nostra presenza può facilmente portare ad un aumento del battito cardiaco o a un aumento degli ormoni dello stress con conseguente indebolimento fisico e riduzione delle difese immunitarie. Ma non solo: aumentano gli stati di vigilanza e le velocità di fuga verso habitat meno idonei; si riduce il tempo da dedicare all’alimentazione e si perdono preziose energie che, soprattutto in periodi delicati come l’inverno, sono vitali per la sopravvivenza.

Una buona regola da seguire, sia in estate che in inverno, è quella di rimanere sui sentieri segnati e solitamente non frequentati dagli animali selvatici nei momenti di maggior affluenza. Fuori sentiero gli animali scappano più velocemente e il loro stato di stress può persistere anche nei giorni successivi all’incontro, specie se in presenza di piccoli. Gli sport di velocità come mountain bike, moto cross, scialpinismo e quad possono portare ad incontri improvvisi e inaspettati con conseguenze potenzialmente negative sia per la fauna che per le persone che potrebbero sperimentare reazioni potenzialmente pericolose da parte degli animali spaventati. È importante evitare qualsiasi azione che porti gli animali all’abituazione e quindi a non considerarci un pericolo o, peggio ancora, ad associarci ad una fonte di cibo. Una buona gestione dei propri rifiuti e del cibo che portiamo con noi è alla base di un corretto approccio agli ambienti naturali.

Purtroppo, anche i nostri amati amici a quattro zampe rappresentano una forte fonte di disturbo per la fauna selvatica. Tenere i cani sotto controllo, meglio se al guinzaglio, permette di tutelare tanto gli ungulati quanto facili prede come marmotte, lepri o altri piccoli abitanti delle montagne.

Il MUSE si occupa della divulgazione di questi temi, e lo fa attraverso attività informali e alla portata di tutte e tutti. Il prossimo appuntamento con l’attività “In punta di piedi” che fornirà tanti altri spunti, curiosità e preziosi consigli per affrontare al meglio (per noi e per gli animali selvatici) le proprie escursioni in natura sarà domenica 21 luglio 2024 al Giardino Botanico Alpino nel programma dell’evento Selvatica.

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Articolo di

Elisabetta Filosi
Ufficio Programmi per il Pubblico

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