Alla scoperta dei due “sauri piumati” del MUSE
Due nuovi inquilini in museo
Due nuovi inquilini in museo
1 marzo 2023
Da alcuni giorni, due giovani basilischi abitano un ampio terracquario al secondo piano del MUSE. I due esemplari hanno otto mesi di vita e sono appena stati inseriti nella vasca, pronti per incontrare il pubblico. Ancora un po’ timorosi, ci vorrà del tempo perché si abituino all’andirivieni di visitatori e visitatrici curiosi e comincino a fare capolino con maggiore frequenza tra la vegetazione della loro nuova casa per farsi ammirare e conoscere. Sentiamo Francesca Rossi, la persona che li ha curati fin dal loro arrivo al MUSE.
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Facciamo chiarezza: i basilischi, creature dal nome ammantato di leggenda, in natura che animali sono?
«“Basilisco” è il nome di una creatura leggendaria un essere letale, capace di pietrificare con il solo sguardo e uccidere con il fiato. Dal punto di vista dell’aspetto, il basilisco mitologico è stato descritto in molti modi diversi: gli antichi greci lo ritenevano un piccolo serpente con la cresta, altri lo credevano un animale enorme, altri ancora una lucertola con ali spinose, testa e zampe di gallo e coda di serpente. Quello che possiamo ammirare oggi al Muse è invece il basilisco piumato (Basiliscus plumifrons) una lucertola che vive in centro America e che ha ereditato solo il nome – che significa “piccolo re” – dalla creatura mitologica».
Com’è, per un basilisco, vivere in un terracquario? Come ti sei presa cura di loro?
«All’inizio erano molto timorosi e tendevano a restare nascosti o a fuggire nella vegetazione alla vista di un estraneo.
Li abbiamo ospitati all’interno di un terrario allestito con zone d’acqua e piante per ripararsi ad una temperatura di 22°C con una zona di basking a 35 °C in cui potevano “riscaldarsi”. E li abbiamo alimentati con piccoli grilli (Acheta domestica). Adesso che siamo in febbraio, hanno raggiunto i 35 cm di lunghezza, è comparsa una piccola cresta dietro la nuca ad entrambi e stanno diventando più confidenti. Restano sempre molto vicini ma dimostrano già due caratteri diversi, uno è ancora timoroso e fugge a nascondersi, l’altro invece rimane tranquillo ad osservarci».
Chiara VeronesiRelazioni istituzionali e ufficio stampa
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