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È online il video racconto di ANIMA. Dentro il suono delle Alpi

Una mostra e uno spettacolo sulla nobile metamorfosi dell’Avez del Prinzep in musica

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17 aprile 2024

Concretizzare in una mostra e in uno spettacolo la tanto nobile quanto immateriale metamorfosi dell’abete bianco, Avez del Prinzep, in un concerto del quartetto d’archi Pegreffi, è una delle sfide vinte dal MUSE.
Nella mostra ANIMA dentro il suono delle Alpi (23 marzo – 7 luglio 2024) possiamo trovare strumenti musicali realizzati con il legno dell’abete bianco, e non di un abete rosso, come vorrebbe la migliore tradizione liutaia.
L’aggiunta dell’Avez alle specie legnose normalmente utilizzate per comporre uno strumento ad arco, infatti, costituisce una novità: non più solo abete rosso, salice bianco, acero di monte, ebano, pioppo bianco.

L’Avez del Prinzep, si è schiantato nel 2017, aveva 250 anni di vita e 52 metri di altezza. Nato a Lavarone, sugli Altipiani Cimbri, per la gente del posto era più che un albero, era uno di loro, un parente. Il desiderio della sua comunità era quello di farlo rivivere in ogni modo. Grazie a una felice collaborazione tra il sindaco del Comune di Lavarone, Isacco Corradi, il direttore artistico Giovanni Costantini, il liutaio Gianmaria Stelzer e la botanica del MUSE Helen Catherine Wiesinger, l’abete è stato trasformato in quattro strumenti ad arco: due violini, una viola e un violoncello.
Il percorso di questa metamorfosi è raccontato dall’installazione collocata nell’atrio del museo e l’anima dell’abete può essere ascoltata nei concerti itineranti del quartetto Pegreffi.

Il titolo Anima, si ispira non solo all’essenza vitale dell’Avez, che rivive oggi sotto forma di musica, ma anche al termine usato in liuteria che definisce “anima” il listello cilindrico di abete, di pochi millimetri di diametro, posto all’interno della cassa armonica di uno strumento ad arco. Questo piccolo elemento trasmette le vibrazioni al fondo dello strumento e ne determina la bellezza del suono.

L’obiettivo del progetto è dare una nuova vita a questo albero monumentale che vide la luce negli stessi anni in cui Wolfgang Amadeus Mozart viveva e componeva e che ora diventa una nuova sinfonia tra storia e natura, celebrando la sua grandezza sotto forma di arte sonora.
Non ci sono barriere a questa realtà, che, anche se non sempre visibile o palpabile, si può percepire con tutti gli altri sensi, in questo caso l’udito.
E come ha detto Vincent van Gogh: “Vedo ovunque nella natura, ad esempio negli alberi, una capacità d’espressione e per così dire, un’anima.”

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Articolo di

Adele Gerardi
Ufficio Comunicazione, MUSE

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