EDEN, 24 ore nella serra MUSE
La parola agli artisti
La parola agli artisti
1 agosto 2023
Un uomo seminudo si aggira nella serra: è lì a ricordare quanto il rapporto umanità-natura sia ormai sbilanciato a favore della prima. Giulio Boccardi, fotografo e performer trentino, in occasione della festa dei 10 anni del MUSE ha vissuto 24 ore all’interno della serra tropicale del museo, un lembo di foresta tanzaniana protetta da un involucro di vetro e acciaio. L’esperienza “Eden”, ideata durante l’hackathon di “Generazione Antropocene”, è un richiamo esplicito al paradiso terrestre, in questo caso reso possibile in maniera sperimentale nel contesto “controllato” del museo.
“La serra è molto viva, le piante e gli animali in qualche modo mi hanno accolto, e io ho accolto loro dentro di me: sono riuscito a instaurare un rapporto simbiotico, leggero e incondizionato. All’arrivo delle persone, in quanto ‘performer’, ho preso consapevolezza che io stesso ero significato”, racconta a caldo Boccardi, per 24 ore “ospite” della foresta tropicale MUSE. “Di fronte alla mia figura – sottolinea – non ho trovato persone in grado di sostenere il mio sguardo per più di mezzo secondo. Interpretavo reazioni di imbarazzo, di curiosità, a volte di vergogna e paura. Era come se le persone, in qualche forma, non accettassero il fatto di vedere un essere umano laddove di solito risiedono animali e piante. Il fatto di offrirmi del cibo era l’unica possibilità di comunicazione diretta: i bambini lo facevano per curiosità, gli adulti per intrattenimento e solo alcuni per accudimento: un grazie a chi mi ha donato una barretta di cioccolato”.
Con lui, a documentare la performance artistica, il regista Leonardo Panizza: “All’interno della foresta Giulio non ha compromesso gli equilibri, è entrato in punta di piedi e in modo virtuoso, ha cercato di convivere con le specie viventi senza sopraffarle, imparato da loro modi per ripararsi dalla pioggia, appreso nuovi modi di sperimentare il tempo. Piano piano con l’aumento di visitatrici e visitatori le rane si sono zittite infilandosi tra le foglie di banano, gli uccelli si sono nascosti tra le fronde più alte. A fine giornata, Giulio è salito in cima a una roccia in cerca di un respiro più ampio: vicino a lui c’erano i due turachi di Livingstone, il suo sguardo era pressoché identico al loro”.
Tommaso GasperottiRelazioni istituzionali e ufficio stampa
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