Quali sono le specie di serpenti presenti in Trentino?
Cosa sapere sui serpenti trentini
Cosa sapere sui serpenti trentini
14 luglio 2023
In Trentino sono presenti due famiglie di serpenti, quella dei Colubridi (le due bisce, il “carbonazzo”, la “lanza”, etc) con sei specie e quella dei Viperidi (le vipere propriamente dette) con due specie (una terza, la Vipera dal corno Vipera ammodytes era segnalata in Trentino in tempi storici, fino agli inizi del 1900, presente comunque nel confinante Alto Adige).
I Colubridi presenti in Trentino sono privi di ghiandole del veleno e uccidono le prede più piccole, come le lucertole, ingoiandole direttamente, o se più grandi (ad esempio topi) per costrizione.
Conosciuto con il nome dialettale di “carbonazzo”, per via del colore di fondo nero tipico degli esemplari adulti (dopo i 3-4 anni di età), è un serpente legato alle zone ecotonali (transizione tra un ambiente e l’altro) del fondovalle e degli spazi aperti. Mediamente lungo 130 centimetri e il più veloce dei serpenti italiani. E’ una specie che caccia in maniera attiva, grazie all’ottima vista, lucertole, ramarri, orbettini e altri serpenti (anche vipere), oltre a micromammiferi (come arvicole, topi o ratti potenzialmente dannosi per le derrate alimentari), contenendone il numero.
Serpente poco conosciuto, frequentemente rinvenibile nei pressi di sassaie, ruderi o muretti a secco. Per la colorazione di fondo, le dimensioni, e la capacità di appiattire la testa per renderla “triangolareggiante”, simile quindi a quella delle vipere, spesso viene confuso con le stesse e parimenti ingiustamente ucciso. Come le vipere partorisce piccoli vivi già formati (è una specie ovovivipara o meglio vivipara aplacentare). Di dieta soprattutto saurofaga (si nutre di lucertole e orbettini) e occasionalmente ofidiofaga (serpenti).
Molto simile alla specie precedente, segnalata dagli autori storici, è stata recentemente ritrovata grazie a ricerche, citizen science based, che prevedevano il coinvolgimento dei cittadini nella raccolta dati. Qui la nota scientifica relativa alla distribuzione aggiornata.
Conosciuto con il nome vernacolare di “lanza” è il serpente raffigurato sul caduceo (simbolo della medicina che si ritrova nelle insegne delle farmacie) e pertanto collegato al culto greco di Asklēpiós e a quello derivante romano di Esculapio. Il colore tipico nell’adulto è costituito da un omogeneo verde, che aiuta questo serpente, abile arrampicatore, nel mimetizzarsi tra le fronde delle piante. Oltre ai micromammiferi può predare anche nidiacei.
Si tratta della biscia più comune. Legata all’acqua, ma non è raro trovarla anche lontana dagli ambienti umidi. Il nome deriva da un vistoso collarino chiaro (da bianco a giallo) presente ai lati della testa, che può rendersi meno evidente con l’avanzare dell’età dell’animale. Non morde neppure se manipolata.
È la biscia più legata a corpi d’acqua perenni. È abitante comune dei nostri laghi e dei nostri corsi d’acqua, dove spesso si può rinvenire in termoregolazione sulle rive. Si nutre prevalentemente di pesci e in minor misura di anfibi. Non morde neppure se manipolata.
I Viperidi, serpenti dotati di ghiandole del veleno, presenti in Trentino sono invece la Vipera comune e il Marasso.
È la vipera con la distribuzione altitudinale più ampia, rinvenibile in Trentino dai circa 70 metri di altitudine (zona di Riva del Garda) ai 2.200 metri di quota. In Trentino è presente la sottospecie francisciredi (detta Vipera di Redi, in onore del naturalista Francesco Redi fondatore della Biologia sperimentale) caratterizzata da un disegno a rettangoli neri sfalsati lungo la linea di mezzeria del dorso dell’animale, su di un fondo omogeneo variabile di colore grigio, nocciola, brunastro o rossastro.
Rettile dalla distribuzione amplissima (arriva fino all’isola di Sachalin) in Trentino è tipicamente legato alle porzioni sommitali della montagna. Questa specie è presente dagli 800-1.000 metri di quota fino a quasi 3.000 metri. Il disegno sul dorso è una grecale (o sinusoide) su sfondo brunastro, nelle femmine, o grigio cenere nei maschi. Comuni gli esemplari melanici (completamente neri) o melanotici (quasi completamente neri).
Karol Tabarelli De FatisUfficio ricerca e collezioni museali |