3 agosto 2023
Siamo all’esterno del MUSE Café. Un canto prolungato richiama turiste e turisti del museo, che si guardano attorno, interrogandosi su chi stia emettendo il singolare verso. Si tratta del trillo di un rospo smeraldino, anfibio che popola anche il giardino e il biotopo urbano MUSE.
Karol Tabarelli de Fatis, assistente tecnico-scientifico dell’Ufficio ricerca e collezioni MUSE, spiega chi c’è dietro a questo curioso verso.
L’animale autore di questi vocalizzi è uno “smeraldino”, un rospo sui generis rispetto a quelli che siamo abituati ad immaginarci, verrucosi, brunastri e per molti poco attraenti.
Conosciuto dagli scienziati come Bufotes viridis, il rospo smeraldino è più minuto rispetto al suo “parente” rospo comune (Bufo bufo); il corpo è cosparso di vistose macchie color smeraldo, bordate di nero; il colore di fondo grigio chiaro a volte è arricchito da una puntinatura rosso/aranciata.
Si tratta di una specie termofila, cioè amante del caldo, che frequenta anche ambienti urbani, purché siano presenti orti, coltivi, giardini, aree incolte e soprattutto piccole raccolte d’acqua ferma, anche temporanee, in cui poter riprodursi. Specie protetta della Convenzione di Berna e della Direttiva Habitat (92/43/CEE), questo anfibio conduce un’esistenza prevalentemente terrestre per tutto l’anno, salvo in primavera inoltrata-inizio estate, quando va alla ricerca di acqua per deporre i suoi tipici lunghi cordoni gelatinosi di uova. Da questi, una volta fecondati, nasceranno i girini che nel corso di alcune settimane andranno incontro a metamorfosi trasformandosi in “adulti in miniatura”. È possibile incontrare la specie e ascoltare il suo verso nei dintorni del museo e all’interno del biotopo MUSE.
Karol Tabarelli De FatisUfficio ricerca e collezioni museali |