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Una parrucca settecentesca tra i ghiacci

L’incontro tra la zoologa del MUSE Elisabetta Filosi e il bue muschiato

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7 marzo 2023

L’incontro, a debita distanza, tra la zoologa del MUSE Elisabetta Filosi e il re dell’Artico: il bue muschiato. Ecco il suo racconto di viaggio.

Dovrefjell-Sunndalsfjella è un parco nazionale dal nome impronunciabile situato nella Norvegia orientale. In inverno è un’immensa distesa bianca; un susseguirsi di altipiani e antichissimi rilievi ormai plasmati dal tempo. Le poche ore di luce dipingono l’orizzonte di colori pastello. Un ambiente inospitale dove l’uomo, per una volta, è costretto a ridimensionarsi e inchinarsi alla volontà di ciò che lo circonda. Osservo la superficie della neve che brulica di impronte: prima di me sono passate volpi, lepri, arvicole, pernici bianche. È incredibile pensare che anche quassù ci sia qualcuno adatto a sopravvivere al freddo, alla scarsità di cibo e ai venti fortissimi. Osservo con il binocolo il nulla davanti a me, fiduciosa di poter scorgere ciò per cui sono arrivata fino a qui: il bue muschiato. Reintrodotto in Nord Europa proprio in quest’area alla fine degli anni 40 del secolo scorso, il bue muschiato è un bestione peloso dalla testa grossa e pesante. Passa le fredde giornate invernali a raspare il terreno alla ricerca di radici, licheni e varie piante terricole sepolte sotto la neve. Ho la fortuna di imbattermi in una piccola mandria di tre adulti con un piccolo. Gli adulti sono tutti maschi; hanno enormi corna che ricordano laccate parrucche settecentesche. Il pelo è impastato di ghiaccio e sfiora il terreno, il testone chino sulla neve. Vedere un piccolo circondato da soli maschi ci impensierisce. Lontano dalle femmine le possibilità di sopravvivere sono scarse. È piccolo e sprofonda nella neve, ma non si arrende e rimane al passo: mi piace pensare abbia la giusta determinazione per sopravvivere. Rimango a guardarli in silenzio per quasi tre ore; vorrei essere invisibile per avere la certezza di non arrecare nessun disturbo. Prima di risalire in macchina scatto un’ultima foto al cartello all’ingresso del parco che recita: “Il bue muschiato è un animale di indole tranquilla. Attacca l’uomo solo se si sente minacciato. In caso di attacco la responsabilità è esclusivamente di chi lo ha provocato“. Poche frasi, scritte nere su bianco, che ci ricordano che qui siamo ospiti e che è nostro dovere comportarci come tali, lasciandoci dietro solo qualche impronta che il vento riuscirà presto a cancellare.

Tommaso Gasperotti
Relazioni istituzionali e ufficio stampa
Ufficio stampa