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È aperta la Stazione di inanellamento a Bocca di Caset: nel 2023 raggiunto il record di esemplari studiati

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Visitando la stazione è possibile assistere alle operazioni di inanellamento dei migratori. Accesso libero.

Orario migliore dalle 9 alle 12 o nel tardo pomeriggio.

Strada di accesso: lasciare l’auto nel piazzale del Rifugio Garibaldi, proseguendo a piedi – su strada agevole – per una quarantina di minuti.

 

Nelle notti di agosto, balie nere, luì grossi, bianchi e verdi, cannaiole e stiaccini solcano i nostri cieli, alternandosi al volo diurno di rondoni, rondini e balestrucci che, insieme ai rapaci, sfruttano le correnti ascensionali per spostarsi. Sono i primi uccelli migratori che, giunti in Europa solo pochi mesi fa, sono già pronti a ripartire verso i loro quartieri di svernamento nell’Africa subsahariana. Da ormai una trentina di anni, ricercatrici e ricercatori del MUSE monitorano il passaggio degli uccelli sul valico attraverso la tecnica dell’inanellamento a scopo scientifico. Un lavoro certosino che si svolge 24 ore al giorno, sette giorni su sette e che, fino al 25 ottobre, potrà essere osservato da visitatrici e visitatori interessati. La stazione è aperta e può essere visitata a ogni ora. Il momento migliore per assistere alle operazioni di cattura, studio e inanellamento è però dalle 9 alle 12 o nel tardo pomeriggio.

“Le Alpi – spiega Paolo Pedrini, responsabile della stazione e coordinatore Ambito di ricerca Biologia della Conservazione al MUSE – sono una tappa fondamentale del tragitto di molti uccelli migratori, rappresentando uno dei primi ostacoli che li separa dalla meta. Il loro attraversamento si basa sull’adozione di specifiche strategie migratorie, la cui comprensione costituisce un tassello fondamentale per garantire la conservazione di quella componente di biodiversità che transita attraverso le nostre montagne: sfruttano ambienti diversi dove sostare, rifugiarsi ed alimentarsi, quali le zone umide di fondovalle, mentre leggendo i profili delle montagne individuano i luoghi dove è più facile sorvolare le Alpi, come i valichi e le praterie sommitali”.

Proprio in corrispondenza di due valichi, il MUSE – Museo delle Scienze di Trento monitora, ormai da una trentina di anni, la migrazione mediante la tecnica dell’inanellamento a scopo scientifico: Bocca di Caset e Passo del Brocon. Queste due stazioni sono parte del Progetto Alpi, iniziativa ideata e coordinata dal MUSE con il Centro Nazionale di Inanellamento di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), che oggi riunisce 15 stazioni distribuite in tutto l’arco alpino e centinaia di collaboratrici e collaboratori fra ornitologi, inanellatori e birdwatchers.

Per leggere il comunicato completo scrivi a media@muse.it oppure compila il form

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