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Museo delle Palafitte del Lago di Ledro dove la preistoria è ... spaziale!

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Museo delle Palafitte del Lago di Ledro
dove la preistoria è … spaziale!

Spettacolo di luci, fotomapping, nanne spaziali, nel museo che non si ferma mai
Aperto tutti i giorni, fino al 30 dicembre, dalle 9 alle 17

Dal 7 al 31 dicembre, spettacolo “Preistorie Spaziali”  
Il 7 dicembre, “Notte al museo” 

Immaginiamo di far parte di un’antica comunità, che non ha ancora sentito parlare di teorie sull’universo, di Tolomeo, Keplero, Copernico, Galilei, Newton, Einstein e via dicendo. Non abbiamo a disposizione potenti mezzi per osservare il cielo, se non il nostro occhio nudo. Di notte, in luoghi poco illuminati dalla luce “umana”, possiamo ammirare la volta celeste in tutto il suo splendore. 

Quale potrebbe essere il nostro atteggiamento al cospetto di un simile spettacolo?

Dopo il tema del fuoco che ha caratterizzato il 2022 e quello dell’acqua nel 2023 dal 7 al 31 dicembre 2024, al Museo delle Palafitte del Lago di Ledro, “Preistorie Spaziali”, porterà chi è presente nella dimensione celeste fatta di stelle, pianeti e galassie. Il tutto con uno straordinario fotomapping di Marco Sirio Pivetti sul villaggio palafitticolo ricostruito. Primo appuntamento sabato 7 dicembre, dalle 14

Cosa racconta l’età del Bronzo delle conoscenze astronomiche, o meglio archeoastronomiche delle popolazioni di quell’epoca?

“Da questo periodo ci arrivano rappresentazioni celesti, che indicano una sorta di attenzione spiccata verso il cielo – spiega Alessandro Fedrigotti del museo. “La sfera del divino sembra estendersi al di là dell’ambito strettamente terrestre e biologico e la sua percezione sembra tendere verso forme più immateriali e simboliche. In quest’ottica vanno letti i roghi votivi che compariranno nella seconda metà dell’età del Bronzo e in cui venivano gettate delle offerte di cibo e oggetti, raccontandoci un nuovo volto sacro della sfera celeste”. 

Non manca, in un ideale collegamento tra fuoco e luce, la diffusione del culto del sole. Sono numerosissime le rappresentazioni di ruote solari in metallo o incise su rocce. Altri temi legati a questo culto sono quelli della barca solare, del carro solare e dell’uccello acquatico (anatra o cigno).

Tra 4500 e 3800 anni fa il continente europeo è teatro di importanti trasformazioni, conquiste tecnologiche e cambiamenti sociali ed economici. Il tutto, accaduto “sotto lo stesso sole”, in un’Europa che assisteva alle prime prove di potenti reti commerciali e culturali e di linguaggi iconografici comuni. Con le merci e le persone si muovevano le idee, le invenzioni e le culture. Si creano codici comuni, iconografie condivise, patrimoni di immagini che permettono di comunicare tra territori distanti.

Per leggere il comunicato completo scrivi a media@muse.it oppure compila il form

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