Tra spiaggia e mari: storie di uccelli del Mare Nostrum
Incontri al museo per parlare di fauna
Incontri al museo per parlare di fauna
Mercoledì 10 aprile 2024, alle 20.45
MUSE – Museo delle Scienze, Trento
Con Jacopo Cecere e Simona Imperio dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) – Area avifauna migratrice
Ingresso libero fino a esaurimento posti
I cieli e le spiagge del Mediterraneo, solcati ogni anno da tantissimi uccelli (non solo marini), rappresentano un prezioso crocevia per le rotte migratorie. Mercoledì 10 aprile alle 20.45 il MUSE – Museo delle Scienze di Trento ospita Jacopo Cecere e Simona Imperio dell’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale (ISPRA) – Area avifauna migratrice per un approfondimento sulle caratteristiche e le abitudini di alcune specie che popolano il Mare Nostrum. Tra queste, il fratino e la berta maggiore, oggi minacciate dalla distruzione di habitat, dalla plastica dispersa in mare e dai cambiamenti climatici.
“Il bel paese ch’Appennin parte e ‘l mar circonda et l’Alpe”, scriveva il Petrarca nel suo Canzoniere. Dopo l’incontro di marzo dedicato agli uccelli migratori dell’arco alpino, il nuovo appuntamento di “Incontri al museo per parlare di fauna” dedica un focus all’avifauna che popola le spiagge e i mari della penisola italiana.
Come anticipano Jacopo Cecere e Simona Imperio di ISPRA, ospiti della serata al MUSE, “Durante l’incontro faremo un viaggio dalle spiagge italiane al mare aperto assieme a due curiosi e affascinanti uccelli dai comportamenti insoliti, oggi fortemente minacciati dall’azione umana: il fratino e la berta maggiore”.
Il primo protagonista, il fratino, è un piccolo limicolo che nidifica sulla spiaggia, non di rado anche tra ombrelloni e rimesse per barche. L’ISPRA svolge da anni un progetto di studio sulla specie. Grazie all’attività di marcatura individuale con anellini leggibili a distanza è stato possibile studiare la dinamica delle coppie che si formano ogni primavera-estate, mentre con l’uso di strumenti GPS miniaturizzati è possibile studiarne gli spostamenti compiuti durante la nidificazione e l’inverno, con non poche sorprese.
Il secondo protagonista della serata è la leggendaria berta maggiore, l’uccello sul quale gli antichi Greci basarono il mito del canto delle sirene. L’uso di strumenti GPS ha permesso a ricercatrici e ricercatori di “mettere gli occhi e la testa” sugli incredibili voli che portano le berte ad attraversare il Mediterraneo in pochi giorni, catturare cibo e tornare indietro per portarlo ai pulcini. Il progetto ISPRA si occupa di studiare il sistema di navigazione usato da questi uccelli ma anche di capire quali sono le condizioni metereologiche che favoriscono i loro incredibili spostamenti.