Vai al contenuto

Incontro con Sabastião Salgado

Anteprima 73. Trento Film Festival

TFF 2025 invito Salgado 1920x1080 (1)

Il maestro Sabastião Salgado in dialogo con Roberta Scorranese, giornalista del Corriere della Sera.

Un’occasione unica per incontrare uno dei più grandi e conosciuti fotografi contemporanei, da cinquant’anni impegnato a documentare la vita degli esseri umani e del Pianeta, e riflettere, grazie alle sue opere, su uno dei temi più urgenti del nostro tempo, quello del cambiamento climatico.

Sebastião Salgado. Ghiacciai

Una mostra, due sedi.
50 fotografie in mostra al Mart di Rovereto, dal 12 aprile al 21 settembre 2025, che raccontando i ghiacciai di tutto il mondo.

Al MUSE, invece, il Big Void, il cuore pulsante del museo, accoglierà un nucleo di fotografie scattate in Canada, nel Kluane Park – osservabili fino all’11 gennaio 2026.

La mostra rafforza l’impegno del Trento Film Festival nella difesa dell’ambiente e degli ecosistemi naturali e arricchisce i contenuti della 73. edizione, prevista a Trento dal 25 aprile al 4 maggio, di cui Sebastião Salgado ha firmato il manifesto con una fotografia del ghiacciaio di Kluane Park in Canada.

  • Visita la mostra al Mart di Rovereto
  • Scopri la 73. edizione del Trento Film Festival

L’artista

Sebastião Ribeiro Salgado nasce l’8 febbraio 1944 ad Aimorés, nello stato di Minas Gerais, in Brasile. A 16 anni si trasferisce nella vicina Vitoria, dove finisce le scuole superiori e intraprende gli studi universitari. Nel 1967 sposa Lélia Deluiz Wanick. Dopo ulteriori studi a San Paolo, i due si trasferiscono prima a Parigi e quindi a Londra, dove Sebastião lavora come economista per l’Organizzazione Internazionale per il Caffè. Nel 1973 torna insieme alla moglie a Parigi per intraprendere la carriera di fotografo. Lavorando prima come freelance e poi per le agenzie fotografiche Sygma, Gamma e Magnum, per creare poi insieme a Lélia la agenzia Amazonas Images, Sebastião viaggia molto, occupandosi prima degli Indios e dei contadini dell’America Latina, quindi della carestia in Africa verso la metà degli anni Ottanta. Queste immagini confluiscono nei suoi primi libri. Tra il 1986 e il 2001 si dedica principalmente a due progetti. Prima documenta la fine della manodopera industriale su larga scala nel libro La mano dell’uomo, (Contrasto, 1994) e nelle mostre che ne accompagnano l’uscita (presentata in 7 diverse città italiane). Quindi documenta l’umanità in movimento, non solo profughi e rifugiati, ma anche i migranti verso le immense megalopoli del Terzo mondo, in due libri di grande successo: In cammino e Ritratti di bambini in cammino (Contrasto, 2000). Grandi mostre itineranti (a Roma alle Scuderie del Quirinale e poi a Milano all’Arengario di Palazzo Reale) accompagnano anche in questo caso l’uscita dei libri. Lélia e Sebastião hanno creato nello stato di Minas Gerais in Brasile l’Instituto Terra che ha riconvertito alla foresta equatoriale – che era a rischio di sparizione – una larga area in cui sino stati piantati decine di migliaia di nuovi alberi e in cui la vita della natura è tornata a fluire. L’Instituto Terra è una delle più efficaci realizzazioni pratiche al mondo di rinnovamento del territorio naturale ed è diventata un centro molto importante per la vita culturale della città di Aimorés.