TimeMachine, lo spettacolo sull’acqua per i 50 anni del museo (2022), si concludeva con un punto di luce: dopo che tutto era stato “risucchiato” da un buco nero, il punto luminoso lasciava intuire un nuovo inizio. E Luce, spettacolo proposto dalla Compagnia dei Folli, ripartirà proprio da qui.
Una sorta di nuovo Big Bang, un’epifania luminosa: si squarcia, così, il silenzio e la tenebra per un nuovo inizio. Un viaggio attraverso la luce, il fuoco, sfere volanti, effetti luminosi, proiezioni su farfalle e su sfere trasparenti, creature dell’abisso leggere e luminose, acrobati leggeri su trapezi e tessuti svolazzanti e luminosi. Una sorta di città invisibile di calviniana memoria, magica e nascosta agli occhi dei distratti; una città dei futuri impossibili in cui su uno sfondo antico, fatto di case antiche (le palafitte), animali antichi (dinosauri e meduse) ed elementi ancestrali (fuoco, acqua, aria) si innestano creature giganti, fuochi, colori, punti luminosi. Una serie di personaggi fantastici per un percorso incantato e meraviglioso della città nascosta, futura o passata non è dato saperlo. Leggerezza, ariosità, sospensione: la fisionomia del passato, che a migliaia di anni di distanza ci arriva flebile, è come un disegno sulla sabbia che in un attimo può volare via. Il futuro è la dimensione dell’ampiezza sconfinata, dove l’anima può immaginare i risvolti più funambolici. Come in Futura Preistoria.