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Castello San Giovanni di Bondone

Un gioiello sul lago di Idro.

Castello San Giovanni di Bondone dall’alto di uno sperone roccioso domina il lago di Idro e la parte meridionale della Valle del Chiese. Il castello, le cui origini sono ancora incerte, è citato nelle fonti scritte a partire dall’inizio del Cinquecento e fu proprietà per secoli della potente famiglia Lodron.

Buona parte del castello è costruita in tonalite, il granito dell’Adamello, probabilmente ricavato da massi erratici. La posizione sopraelevata risultava strategica per il controllo della piana dove il fiume Chiese e il torrente Caffaro confluiscono nel lago d’Idro, storico confine tra principato vescovile di Trento, territorio del Sacro Romano Impero, e Repubblica di Venezia. Al principio del Settecento la struttura fu ulteriormente fortificata per contrastare l’offensiva francese del duca di Vendome, ma subì danni durante le campagne napoleoniche e nei moti risorgimentali del 1848 -1866. Abbandonato nella seconda metà dell’Ottocento, oggi il castello è proprietà del Comune di Bondone e i recenti restauri hanno riportato alla luce la sua antica fisionomia e magnificenza.

San Giovanni Castle, Bondone, Chiese Valley, Trentino Alto Adige, Italy, Europe

Scatto di Zanchi Andrea a Castello San Giovanni nel 2021

Scopri la storia del castello

Buona parte del castello è costruita in tonalite, il granito dell’Adamello, verosimilmente ricavato da massi erratici. L’unico ingresso è costituito da una torre quadrangolare a cui si accede superando un ponte che un tempo era levatoio, come si intuisce dai fori dei bolzoni. La torre è connessa al circuito di mura che cinge l’intera area del castello (circa 2300 mq) di cui fanno parte anche due piccoli bastioni circolari posti a nord-est e a sud.

Nella corte interna, a sinistra dell’ingresso, si affacciano locali di servizio in parziale stato ruderale che restituiscono segni di vita passata: un lavabo da cucina, un forno, un pozzo cisterna e tracce di un camino. Oltrepassati i resti di un ambiente di cui rimane un massiccio pilastro in pietra, si raggiunge un edificio largamente ricostruito alla metà del XX secolo. A nord di quest’ala, che dà sul lago, rimane un ambiente caratterizzato da un perimetro circolare, nel quale per tradizione si è identificata l’abside della cappella del castello. Verso nord-est il complesso presenta un piano rialzato in parte ricavato scavando la roccia: si ipotizza che il primitivo nucleo del castello sorgesse qui, in posizione maggiormente protetta e favorevole.

Difficile individuare le origini del maniero. A lungo si è identificato il castello nel castrum de summo lacu (ossia nella parte più alta del lago) citato in un documento del lontano 1086. È però probabile che la menzione si riferisca a un altro castello, forse il fortilizio che sorgeva nei pressi della chiesa di Sant’Antonio di Castér, all’imbocco della strada che dal lago sale verso Bagolino.

La tradizione locale narra poi che il castello sia costruito su un sito romano e/o un antico luogo di culto, ma non esistono prove archeologiche a supporto. La data di fondazione rimane quindi incerta, come incerta è anche la configurazione del castello nel Medioevo. Sicure invece sono le citazioni nelle fonti scritte a partire dall’inizio del Cinquecento, quando il complesso fu ammodernato e adattato all’impiego delle armi da fuoco. Al principio del Settecento la struttura fu ulteriormente fortificata per contrastare l’offensiva francese del duca di Vendome, ma subì danni durante le campagne napoleoniche e nei moti risorgimentali del 1848 -1866. Successivamente il castello, ormai abbandonato e in rovina, fu spogliato dalla popolazione locale che ne reimpiegò i massi nella costruzione di edifici privati e della chiesa di Baitoni.

Per secoli il castello fu proprietà dei Lodron, famiglia nobiliare originaria della valle del Chiese. Il casato prese il nome da Lodrone, villaggio a poca distanza da Bondone, ove ancora oggi è visibile il rudere del castello di Santa Barbara, connesso ai Lodron fin dal tardo XII secolo. Il primo personaggio documentato è Calapino, ricordato nel 1185 come vassallo dei conti di Appiano. Abili nel mestiere delle armi e fautori di una politica spregiudicata, i Lodron fra Tre e Quattrocento seppero affermare il proprio potere in tutta la valle del Chiese e oltre i confini delle Giudicarie. Il salto qualitativo giunse con l’ingresso nella nobiltà nel 1452, anno in cui Giorgio e Pietro, figli del condottiero Paride il Grande, ottennero il titolo e la dignità di conti dell’Impero. Il territorio della contea comprendeva Lodrone, Darzo, Riccomassimo, Bondone, Magasa e Valvestino. Anche Castel Romano, nei pressi di pieve di Bono, era feudo lodroniano. Nel corso del Cinquecento furono gli appartenenti alla linea di Castel Lodrone, in particolare Sebastiano, il figlio Sigismondo e il figlio di quest’ultimo, Sebastiano Paride, a trasformare il castello di San Giovanni in una fortezza rinascimentale.

Il castello rimase ai Lodron fino al 1956, quando fu acquistato dall’industriale milanese Luigi Cavalli. Il nuovo proprietario ristrutturò il complesso per adattarlo a residenza privata e ricostruì alcune parti, modificandone l’aspetto originario. I terrazzamenti a nord furono trasformati in giardini e frutteti, le terrazze che si affacciano sul lago vennero consolidate, la torre d’ingresso sopraelevata e costruita la casa a due piani che guarda a mezzogiorno. Rimasto solo in seguito alla morte della moglie Gina, il Cavalli sopraffatto dalla depressione finì col togliersi la vita. Prima del tragico gesto, tuttavia, sottoscrisse la donazione del maniero all’Istituto Italiano dei Castelli.

Nel 1992 l’intero complesso passò al Comune di Bondone, attuale proprietario.

La posizione sopraelevata risulta strategica per il controllo della piana dove il fiume Chiese e il torrente Caffaro confluiscono nel Lago d’Idro, storico confine tra principato vescovile di Trento, territorio del Sacro Romano Impero, e Repubblica di Venezia. Così il castello è descritto nel 1666: “Una fortezza ben munita d’armi e d’armati, che poteva colle sue batterie recar pregiudizio alla navigazione sul lago d’Idro ed al transito per la strada reale che dallo Stato Veneziano conduce in Germania. Tale fortilicio distava tre miglia circa dalla Rocca d’Anfo, un tiro di moschetto dal lago e un buon miglio dalla strada”.

Oltre a dominare il fondovalle, il castello permetteva di presidiare il corridoio montano che collega Bondone al lago di Garda attraverso la valle di Vestino. Da quegli impervi sentieri nel 1526 transitarono i lanzichenecchi comandati da Georg Frundsberg, cognato di Ludovico Lodron: il tragitto attraverso le montagne permise di raggiungere la Lombardia evitando la veneta Rocca d’Anfo. Secondo alcuni, in quell’occasione il Frundsberg avrebbe pernottato nel castello, ospite dei parenti.

Non è facile dirlo. Una camera da letto è documentata nel 1560 in relazione al conte Sigismondo, che volle essere seppellito nella cappella del castello. Anche sua madre Damigella Griffoni e sua moglie Margherita Roggendorf nel 1561 risultano presenti nel maniero. Suo figlio Sebastiano Paride, frate cappuccino, nelle stampe d’epoca è indicato come benefattore, signore e abitante del castello di San Giovanni. Eppure nel complesso è l’elemento militare a prevalere nettamente su quello abitativo-residenziale, tanto che in una relazione del 1672 il castello appare “senza riparo alcuno salvo che semplici casette […] et ciò si vede non essere di conseguenza alcuna solo che per possesso e per ritirata di qualche cavagliere”.

Non pare insomma che il castello di San Giovanni fosse utilizzato come residenza stabile: d’altra parte nel Cinquecento i Lodron avevano edificato a Lodrone due palazzi, Caffaro e Bavaria (della Muta o del Dazio), eleganti e signorili dimore. Quando poi i conti spostarono i propri interessi verso la Vallagarina, Trento e l’Austria, dove oggi risiedono gli ultimi discendenti, le proprietà giudicariesi, soprattutto i castelli, passarono in secondo piano.

Oggi non è più abitato, l’ultima persona a risiedervi fu lo sfortunato Luigi Cavalli. Il castello, restaurato e messo in sicurezza dopo l’acquisizione da parte del Comune di Bondone, è oggi visitabile e utilizzato come location per eventi culturali e rievocazioni storiche. Al suo interno si celebrano inoltre matrimoni civili.

Carta topografica del 1624

Dipinto del XVII sec. del Castello San Giovanni e il borgo di Bondone (Archivio di Stato di Milano)

Cartolina della prima metà Novecento

Il castello visto da Baitoni, 1916 (foto di Ovidio Pellizzari)