La nascita del progetto
A 170 anni dalla pubblicazione del capolavoro di Hermann Melville, la grande “balena bianca” torna in scena in una nuova versione curata da Elio De Capitani e co-prodotta dal Teatro dell’Elfo di Milano e dal Teatro stabile di Torino – Teatro Nazionale.
Il MUSE, con la collaborazione di PAMS Foundation, ha infatti curato l’allestimento che, collocato nel foyer del teatro, propone allo spettatore un’esperienza innovativa di interazione tra il linguaggio del teatro e quelli dell’illustrazione e dell’esperienza partecipativa.
Giocando sulla mutevole prospettiva del fruitore rispetto alle grandi illustrazioni curate dall’artista trentina Sara Filippi Plotegher, l’installazione propone una rilettura dell’iconica lotta tra Achab e Moby Dick offrendo una nuova prospettiva rispetto alla più rilevante sfida della contemporaneità: un nuovo rapporto con la natura che deve prima di tutto passare per una ‘resa dei conti’ interna alla nostra specie.All’interno di uno spazio semicircolare, in cui risuonano canti e pulsano cuori cetacei, la caccia alla “balena” viene quindi letta nell’ambito della grande defaunazione in corso. Da oltre 10.000 anni Homo sapiens modella il territorio e la biodiversità e – si scopre in questa sezione – oggi il 96% della massa di mammiferi sul pianeta è uomo o animali allevati dall’uomo, il 70% degli uccelli del mondo sono polli. Ecco così che la storia di una specie marina diviene emblema di un modo sistemico di operare da parte dell’umanità.
La porzione esterna dell’installazione ospita infine uno spazio di costruzione collettiva di storie. Gli spettatori riceveranno infatti un adesivo che potrà essere collocato su grandi balene illustrate, riproducendo il legame che si crea tra cetacei e balani, piccoli crostacei a guscio conico che vivono ancorati a pinne e pance. Affidando a questi cetacei un pensiero, una riflessione, il messaggio viaggerà con “Moby Dick alla prova”, costruendo la storia collettiva dell’installazione.